'Va vilote puartade dal vint' [30 maggio 2014]
Il Teatro Nuovo «Giovanni da Udine» venerdì 30 maggio aprirà il sipario su una prima esecuzio- ne europea assoluta: la “comedie furlane” «Va vilote puartade dal vint» del M.o Rodolfo Kubik.
Si tratta di un’opera musicale pressoché unica nel suo genere, il cui titolo prende origine dai deli- cati versi di «Gnot in montagne» del poeta carnico Enrico Fruch.
L’importanza di questa proposta deriva innanzitutto dall’autore: molto noto in Argentina, anche per aver ricoperto importanti e prestigiosi incarichi pubblici relativi alla musica e destinatario di attestazioni di merito da parte di personalità come Antonio Illersberg e Arnold Schoenberg, è de- cisamente meno noto nella sua terra natale, il Friuli: nasce infatti il 24 gennaio 1901 a Pola da Guglielmo (veneziano di origini ceche) e da Giovanna Calligaris di Ronchi dei Legionari (Go), ma già nel 1903 l’intera famiglia si trasferisce a Ronchi dei Legionari. È solo nel 1927 che, sotto la pressione di un clima politico insostenibile, decide di emigrare in Argentina dove farà la sua fortu- na culturale. Nella sua patria, a più di un secolo dalla nascita e a quasi trent’anni dalla scomparsa, è dunque giunto il momento di tributargli i giusti meriti.
In secondo luogo, la forza di quest’opera sta nella sopraffina capacità dell’autore di mescolare tra loro le linee melodiche delle villotte friulane con i ritmi argentini attraverso le nuove regole armoniche della dodecafonia: ciò consente l’accesso di tutto ciò che è ritenuto “popolare” e quindi intrinsecamente povero o dozzinale alla musica colta, a quegli stessi teatri che hanno ospitato Beethoven, Brahms, Verdi…
In Regione (e non solo) l’opera – (ri)scoperta nei primi anni Novanta dal musicologo don Gilberto Pressacco, che vide in questa partitura qualcosa di davvero importante, tanto da volerne eseguire una versione “ridotta” ma ugualmente con coro, orchestra e voce narrante solista in una prima ai “Colonos” di Villacaccia di Lestizza – è stata già proposta diverse volte, ma finora solo in forma antologica, eseguendo cioè alcuni brani selezionati. Lo sforzo per allestirla e offrirla invece nella sua interezza è notevole: basti pensare al coinvolgimento di 14 cantanti solisti, 8 attori, 8 dan- zatori, circa 70 coristi, 18 etnodanzatori, circa 50 orchestrali, circa 12 tecnici – per un totale di circa duecento persone compresa l’area organizzativa. L’attenzione è stata ovviamente rivolta al coinvolgimento (dove e quanto più possibile) di persone del e sul territorio. Invece, per garantire la massima obiettività nella realizzazione, volutamente il direttore d’orchestra e il regista sono “stranieri” – rispettivamente di origini bellunesi e romane.
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